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2 dicembre 2012

E giunse il momento di cambiare casa...

Il 3 dicembre di un anno fa è nato questo blog. E' nato quasi per caso, in un pomeriggio di noia invernale, perchè la mia passione per il baseball voleva trovare un nuovo sbocco, e la voglia di continuare a scrivere ed allenarmi in vista di quello che vorrei fosse il mio futuro era tanta.
E' nato così Quarta Base, con il nome di una cosa che non esiste perchè doveva semplicemente essere un blog tra i tanti. Una goccia nel mare. Fin da subito però, ho capito che questo blog era una bellissima realtà. Tanti visitatori, tantissimi davvero e vi ringrazio tutti. Nei mesi di fine primavera ed estivi purtroppo (diciamo che per fortuna ho avuto impegni di lavoro!) ho aggiornato poco questo mio spazio, e visti i risultati in termini di visitatori (quasi 1200 al mese nei mesi di febbraio-marzo!) potete capire come il contatore delle visite, che ha raggiunto comunque cifre per me impensabili, poteva aver raggiunto al termine di questo primo anno numeri ancor più lusinghieri.
Quello che fa più piacere in tutto questo però, sono gli attestati di stima che ho ricevuto. Non tanto quelli di chi mi conosce. I miei amici, parenti, conoscenti mi hanno riempito di complimenti e non li ringrazierò mai abbastanza. Quando però a farti i complimenti è un perfetto sconosciuto, che ti scrive un commento o una e-mail, bhè...la sensazione è diversa.
Ed è proprio grazie ad uno di questi sconosciuti, che si chiama Andrea, che oggi Quarta Base chiude i battenti e cambia casa. Negli ultimi mesi, Andrea ha lavorato ad un nuovo progetto per tutti gli appassionati di MLB, e mi ha chiesto di farne parte. Per me e per il mio blog è un'occasione tanto importante quanto insperata. Ed è per questo che a partire dalla mezzanotte di oggi, giusti giusti per festeggiare il primo compleanno, Quarta Base si trasferisce ad un nuovo indirizzo: quartabase.mlbitalia.it 
Qualche minuto dopo la mezzanotte di oggi pubblicherò lì il primo pezzo del nuovo blog, che da quel momento sostituirà in tutto e per tutto questo spazio. Vi avevo promesso che ci sarebbero state tante novità (ne avevo parlato qui). Bene, questa è la prima, ma non è certo l'ultima. Per tutte le altre, appuntamento a mezzanotte e poco nella nostra nuova casa!

30 novembre 2012

MLB: un ballottaggio contestato

Sono stati resi noti ieri i nomi dei giocatori eleggibili alla Hall Of Fame nella classe del 2013. I risultati di questa votazione verranno resi noti il prossimo 9 gennaio. Quello che è certo è che, comunque vada, al termine delle votazioni ci saranno polemiche e discussioni.
Perchè da quest'anno sono eleggibili tanti giocatori che in carriera hanno messo insieme numeri sicuramente degni della Hall of Fame, ma è altrettanto vero che molti di questi giocatori hanno visto un clamoroso miglioramento dei loro numeri in quella che è stata poi definita la "steroids era".
Partiamo forse dal giocatore più discusso: Barry Bonds, detentore del record di fuoricampo in carriera (762) e del record in una singola stagione (71). Leggendo solo i numeri non si può negare un posto nell'arca dell'immortalità a Bonds, il problema è che oltre ai numeri ci sono sospetti, mezze denunce, indagini e processi che lo accusano di aver ottenuto quei record grazie agli steroidi. Difficile secondo me, che Bonds riesca ad entrare nella Hall, almeno al primo tentativo.

28 novembre 2012

MLB: Carlos Ruiz sospeso (si fa per dire) per doping!

Una notizia inaspettata scuote i Philadelphia Phillies, che stanno iniziando l'offseason con l'obiettivo di riscattare una stagione deludente sotto il profilo dei risultati. Doc Halladay e soci dovranno infatti fare a meno del catcher Carlos Ruiz per tutto il primo mese della stagione 2013.
Il ricevitore panamense, che poco più di una settimana fa ha vissuto da protagonista la sconfitta della sua nazionale contro il Brasile nelle qualificazioni al World Baseball Classic, è stato infatti trovato positivo ad una anfetamina, ed è stato sospeso per 25 partite a partire dall'Opening Day 2013.
Leggendo il report su MLB.com, mi vengono in mente due riflessioni:
la prima, ed è un pensiero positivo, è che Ruiz si è subito scusato con i compagni, i dirigenti della squadra e i tifosi, ammettendo di aver commesso un errore e di aver assunto una sostanza proibita. Siamo reduci dalle dichiarazioni deliranti di Alex Schwazer che per giustificare il suo caso di doping ha detto che lo ha fatto perchè lo facevano tutti, per cui ammettere un errore sinceramente è solo un bel segnale.
La seconda riflessione è invece negativa. Nell'articolo di MLB.com si legge che questa è la seconda positività per Ruiz (la prima infatti viene tenuta segreta e non divulgata). Alla seconda positività scatta quindi una sospensione di 25 partite (un mese!). Praticamente nulla, se pensiamo che in Italia alla seconda positività al doping si rischia addirittura la squalifica a vita. E allora mi chiedo che senso ha dire che la MLB sta lottando seriamente contro il doping, se poi prima di venire squalificato "seriamente" un giocatore deve essere trovato positivo per almeno 3 volte alla stessa sostanza?

27 novembre 2012

MLB: i Brewers si fanno vestire dai tifosi

Avete mai avuto il pensiero, vedendo le divise della vostra squadra del cuore, che quelle divise non fossero abbastanza belle per quella squadra? O semplicemente che qualche dettaglio in più o in meno le avrebbe rese ancora più degne della VOSTRA squadra?
E avete mai pensato "certo che se le disegnassi io le farei più belle"? Bene, allora il concorso ideato dai Milwaukee Brewers non potrà che farvi piacere. La franchigia del Wisconsin ha infatti invitato tutti i suoi tifosi a "ridisegnare" la divisa della squadra, in un maxi concorso intitolato "Design a Youniform" (io adoro questi giochi di parole che si possono fare con l'inglese, è l'unica cosa che manca alla nostra lingua!).
Essendo un concorso, devono essere previsti dei premi. E per un tifoso che disegna una maglia per la sua squadra quale può essere il premio più importante? Ovviamente che la squadra in questione indossi quella divisa. E così sarà, durante lo Spring Training 2013, i Milwaukee Brewers indosseranno per una partita l'uniforme (maglia e cappellino) disegnata e colorata dal tifoso vincitore del concorso. E chissà, se la partita dovesse andare bene, potrebbe anche diventare un amuleto....

Purtroppo per partecipare al concorso bisogna risiedere negli Stati Uniti, ma potete comunque visitare la pagina del concorso qui, scaricare i modelli bianchi della divisa e sbizzarrirvi con le vostre creazioni. A questo link potete invece vedere tutti i modelli partecipanti al concorso.

25 novembre 2012

Manca solo il premio per le scarpe più colorate...

I 6 mesi che passano tra la fine della stagione di MLB e l'inizio della stagione seguente possono essere lunghi, molto lunghi. Gli americani però sanno come far passare il tempo velocemente, e si sono inventati la "Award Season". La stagione dei premi.
Ci sono quelli ufficiali (MVP, CY Young, Gold Glove, ecc.) che sono stati già assegnati, e quelli semi-ufficiali, assegnati spesso con votazioni tramite internet. Ed è qui che la fantasia del popolo statunitense si sbizzarrisce. Prendo ad esempio i GIBBY's (Greatness In BaseBall Yearly Awards), premi assegnati dai fans che possono votare sul sito ufficiale della MLB.
Con questi trofei si premia di tutto: dal miglior giocatore dell'anno, al difensore dell'anno. Dal battitore dell'anno, alla miglior prestazione (su una singola partita) di un lanciatore. Oltre a questo, si premiano categorie impensabili, come l'episodio che ha avuto più risalto sui social network, o la stranezza dell'anno. Vi posto qui il video dei candidati per questo premio "assurdo". Tra i quali c'è la prima vittoria di Teddy Roosevelt nella Presidential Race (ne avevo parlato qui). Ma il mio voto va senza dubbio alla giornalista Emily Jones, che armata di nebulizzatore d'acqua si difende dalle distrazioni fornite dai giocatori dei Texas Rangers!


20 novembre 2012

Classic: il Brasile ottiene un successo "olimpico"

Adesso è chiaro a tutti. La vittoria di giovedì scorso, nella prima partita del torneo di qualificazione al Classic 2013, non è stata un caso. Il Brasile si è ripetuto ieri notte, ancora contro Panama, ancora contro il Rod Carew Stadium, nella finale del torneo. 1-0 il punteggio finale e ultimo pass per il tabellone principale che va in Sud America.
Il subcontinente americano non è più quindi soltanto Venezuela, il singolo di Yan Gomes (primo brasiliano a raggiungere la MLB con gli Indians a maggio) che ha spinto a casa il punto della vittoria ieri notte apre nuovi mondi per il baseball. Fa scoprire a tutti quanto talento possa esserci in nazioni finora escluse dai palcoscenici internazionali. 

19 novembre 2012

Classic: Panama prepara la vendetta

Alla fine della fiera, la sconfitta iniziale contro il Brasile è stata annullata da Panama. La formazione centramericana, che sta ospitando l'ultimo girone di qualificazione al World Baseball Classic 2013, è riuscita nonostante il ko all'esordio a raggiungere la finale del torneo. Finale in cui si troverà nuovamente di fronte i verdeoro.
La vendetta perfetta è quindi pronta per essere consumata. E c'è da giurare che le tribune del Rod Carew Stadium saranno piene questa notte (ore 2 in Italia) quando le due squadre scenderanno sul diamante. Panama per conquistare un posto al Classic che, per tradizione e talento, pensa di meritare di diritto. Il Brasile per sorprendere il mondo e portare il Sud America nel tabellone principale del massimo torneo mondiale. 

18 novembre 2012

Classic: Taipei impone la legge del più forte


Non sono bastate nemmeno 5 ore di rinvio causa maltempo a rallentare la corsa di Cina Taipei verso il World Baseball Classic 2013. La formazione asiatica ha completato questo pomeriggio contro la Nuova Zelanda quello che aveva iniziato giovedì proprio contro gli All Blacks. 10-0 allora, 9-0 oggi, in una finale del girone di qualificazione che ha avuto storia solo nei primi 3 inning. Nel mezzo, il 16-0 rifilato alle Filippine che porta il totale di punti segnati da Taiwan a 35, con un incredibile 0 nella casella dei punti subiti.
Niente da dire quindi sul successo di Taipei, che si conquista meritatamente il pass per il World Baseball Classic 2013, confermando i pronostici pre-qualificazione che vedeva la squadra numero 8 del mondo ampiamente favorita. Grandi complimenti vanno invece fatti alla Nuova Zelanda, arrivata sul diamante di Taipei fuori dal ranking mondiale, e capace di mettere in fila Thailandia e Filippine, apparse decisamente lontane da un livello di gioco accettabile a livello internazionale.

17 novembre 2012

Classic: continua il sogno. Nuova Zelanda in finale

Una settimana fa, non erano nemmeno inseriti nel ranking mondiale IBAF. Adesso, quando la federazione mondiale andrà a rivedere le classifiche, dovrà fare i conti anche con il talento della Nuova Zelanda. Con la vittoria (10-6) sulle Filippine, gli All Blacks si sono infatti qualificati per la finale del torneo di qualificazione al World Baseball Classic in corso a Taipei.
Un risultato inatteso ed insperato per quella che era considerata la cenerentola del girone, e che ha messo in fila prima la Thailandia, poi le Filippine. Adesso avrà l'opportunità di una rivincita contro i fortissimi padroni di casa, che hanno sconfitto i kiwi per 10-0 nella partita d'esordio. Il sogno della Nuova Zelanda si concluderà probabilmente domani, Taipei sembra una squadra troppo solida ed esperta per crollare contro i giovani neozelandesi, ma è stato comunque un torneo che ha aperto gli occhi del mondo su una nuova realtà del diamante.

16 novembre 2012

Classic: Taipei sul velluto, cade (a sorpresa) Panama

Clamoroso al Rod Carew Stadium. Il Brasile, all'esordio assoluto nel World Baseball Classic, ha battuto davanti a 13 mila increduli spettatori i padroni di casa di Panama.
Nello stadio che lo scorso inverno aveva visto il trionfo senza precedenti dell'Olanda nel campionato del Mondo, inizia nel peggiore dei modi l'avventura di Panama in quello che a tutti gli effetti sarà da ora in poi il torneo che decreterà i campioni del Mondo. I padroni di casa, ovvi favoriti di un girone che, oltre al Brasile, comprende Nicaragua e Colombia, steccano l'esordio e adesso si trovano con le spalle al muro. Per arrivare alla fase finale del Classic serviranno 3 vittorie di fila.

15 novembre 2012

Classic: tutto secondo pronostico...nonostante la haka

Alla fine non è servita a molto dal punto di vista del risultato, visto che Taipei ha vinto facilmente l'incontro per 10-0 al settimo inning, ma l'esecuzione della Haka (la danza di guerra maori) da parte della nazionale neozelandese prima dell'esordio nel World Baseball Classic è stata comunque un momento da ricordare (trovate il video più sotto).
La Nuova Zelanda ha provato a stupire il mondo, come avevamo anticipato ieri (leggi qui), ma la formazione padrona di casa di Cina Taipei si è dimostrata troppo forte in ogni ambito del gioco. I kiwi hanno retto per 3 inning, prima di andare sotto nel punteggio. Hanno anche avuto l'opportunità nella parte alta del quinto (sotto 0-2) di pareggiare la sfida. Ma con corridori in seconda e terza ed un solo out, i neozelandesi hanno subito due strikeout di fila, consegnandosi di fatto nelle mani dei beniamini del pubblico. Taipei a quel punto ha alzato il ritmo, e nella parte bassa del quinto, sfruttando un evidente superiorità sui rilievi ospiti, ha messo a segno 8 punti, portandosi sul 10-0 e chiudendo la sfida per manifesta superiorità.

14 novembre 2012

Classic Qualifier: kiwi sul piede di guerra

Non sono tra i favoriti. Anzi, diciamocela tutta: la Nuova Zelanda rischia seriamente di tornare a casa dopo due partite nel girone di qualificazione del World Baseball Classic 2013 in programma a partire da questa notte a New Taipei City, Taiwan. Troppo forti sulla carta, e probabilmente anche sul campo, le compagini di Cina Taipei (n° 8 al mondo), Thailandia (n° 23) e Filippine (n° 31). Improbo l'incontro d'esordio dei Kiwi, contro i padroni di casa di Cina Taipei.
Ma i neozelandesi, alla prima apparizione su un qualsiasi palcoscenico internazionale (non a caso non sono nemmeno inseriti nella classifica mondiale della IBAF), hanno tutta l'intenzione di stupire: "credo che il mondo rimarrà sorpreso dal talento che abbiamo in Nuova Zelanda" ha detto Boss Moanaroa, giocatore degli All Blacks. Boss è uno dei 12 fratelli (6 coppie) presenti nel roster neozelandese. Tra di loro anche tanti maori, e per onorare la cultura maori, la squadra della Nuova Zelanda ha già annunciato che prima delle partite metterà in scena la Haka, la danza di guerra maori. Una carta in più da giocare per provare ad intimorire gli avversari.

In questo video, dell'agosto 2011, Boss Moanaroa, insieme al fratello Moko, balla la Haka su un campo di Minor League, al termine di un rinvio per pioggia di quasi 3 ore.

Offseason: A Miami si riapre il cantiere

Non è passato nemmeno un anno dai Winter Meetings di Dallas. Chi segue questo blog fin dai suoi primi passi ricorda che praticamente ogni giorno, durante lo scorso inverno, ero qui a parlare del grande lavoro di ricostruzione dei "nuovi" Miami Marlins. Pronti a mettere sulle scrivanie dei vari agenti borse piene di dollari per accaparrarsi i migliori nomi presenti sul mercato. Tanto per farvi un'idea, potere leggere qui.
Una squadra vincente però non si costruisce solo con i nomi. E gli esigenti dirigenti dei Marlins lo hanno imparato sulla propria pelle nel 2012. Con la loro franchigia ultima nella NL East con 69 vinte e 93 perse. Un vero e proprio disastro per una franchigia che puntava senza mezzi termini alle World Series.
Il colpevole principale è stato subito individuato nel manager Ozzie Guillen, licenziato lo scorso 23 ottobre e sostituito da Mike Redmond, ex giocatore proprio dei Marlins. La scottatura subita quest'anno ha però consigliato la franchigia di Miami di abbassare il proprio monte ingaggi, salito vertiginosamente e sproporzionato alle reali possibilità della squadra.
E allora, in aggiunta alla partenza di Hanley Ramirez ad agosto, e a quella di Heath del 20 ottobre, ecco che arriva in queste ore la notizia di una trade "monster" tra i Marlins e i Blue Jays, con questi ultimi che andrebbero ad aggiudicarsi tre pezzi da 90 della squadra di Miami: Josh Johnson, Mark Buehrle e Josè Reyes.
Non è finita qui, perchè in Canada volerebbero anche Emilio Bonifacio, John Buck e qualche milione di dollari, giusto per star tranquilli di non vederli più in giro per un po'! Dall'altra parte i Toronto Blue Jays, per concludere uno scambio che li porterà di diritto tra le pretendenti ad un posto nei playoff, lasceranno partire per la Florida alcuni dei loro migliori talenti (tra cui tre giovani giocatori di Minor League) oltre ai più esperti Yunel Escobar e Jeff Mathis.
Uno scambio incredibile che sembra accontentare tutti: Miami abbasserà il monte ingaggi di circa 160 milioni di dollari, ricostruendo una squadra più giovane e su cui lavorare a medio-lungo termine, mentre i Blue Jays, a fronte di un aumento degli stipendi spaventoso, avranno l'opportunità di tornare a lottare per le posizioni di vertice della AL East. Un'aria di alta classifica che dall'ultima vittoria (era il 1993) troppe poche volte si è respirata nella città canadese.

Questo un piccolo prospetto della trade che sta facendo parlare gli Stati Uniti

7 novembre 2012

Lavori in corso (aspettando il 3 dicembre)

Se questo blog fosse un supermercato, all'ingresso trovereste scritto un cartello di questo tipo:
"Stiamo lavorando per migliorarci. Ci scusiamo con la gentile clientela per il disagio. I lavori termineranno al più presto."
Ma questo blog non è un supermercato. E', guarda caso, un blog.
Non cambia il fatto però che stiamo davvero lavorando per voi. Perchè è passato quasi un anno ormai dalla nascita di Quarta Base. Ed è giusto cercare sempre di migliorarsi per voi, per provare a darvi un'esperienza di lettura sempre più piacevole, e per me, perchè vedere crescere questo progetto è un'enorme soddisfazione personale.

Stiamo lavorando alacremente a questi miglioramenti, non posso anticiparvi nulla ma credo che saranno cambiamenti graditi, e vorrei trasformare il tutto in realtà proprio per il giorno del primo compleanno di Quarta Base. Un regalo di compleanno che voglio farmi e farvi per augurarci ancora tanti anni insieme. Come dicono quelli delle tv americane quindi...stay tuned!

p.s.: ovviamente in queste 3 settimane il blog non rimarrà fermo. Ci sono ancora tanti premi da assegnare in MLB, e ne parleremo, mentre il World Baseball Classic assegnerà in questo mese gli ultimi due pass per la fase a gironi. Non ci faremo sfuggire niente. Un occhio qua, e uno ai lavori. Se il 3 dicembre non saremo diventati camaleonti, sarà un successo!

31 ottobre 2012

Gold Glove: tra conferme e sorprese inizia la stagione dei trofei

Giusto il tempo di far passare l'adrenalina per la splendida vittoria dei Giants nelle World Series (e sì, avevo detto che avrebbero vinto i Tigers, lo so, non importa che chiunque mi veda me lo ricordi. Era un pronostico, mica sono il Divino Otelma!) e di preparare l'abito di gala per la parata di questa sera, ed eccoci a parlare della nuova stagione del baseball: la stagione dei trofei.
Quale miglior modo per continuare a parlare e discutere di baseball se non assegnare decine e decine di trofei, occupando buona parte dell'inverno e quindi del tempo che ci separa dal prossimo Spring Training.
Già assegnati gli "Hank Aaron Award" a due protagonisti delle World Series (Miguel Cabrera e Buster Posey), ieri notte è arrivato il momento di premiare i migliori difensori in ogni posizione. Con tante facce nuove e qualche sorpresa.

29 ottobre 2012

World Series: Giants ancora campioni!

Per la seconda volta in 3 anni "The Giants have won it all!" per dirla con le parole di Joe Buck, telecronista FOX. Dal 2010 al 2012, tante facce sono cambiate, ma il risultato è sempre lo stesso. Quando arrivano alle World Series, i Giants diventano una macchina da guerra.
Non c'è stato scampo nemmeno per i Tigers. La squadra con il lineup più profondo, con la rotazione dei partenti migliore, più forte sulla carta, non è praticamente mai entrata nella competizione.
In gara 1 è stato Sandoval a ferire Verlander e le sue tigri un fuoricampo dopo l'altro. In gara 2 una prestazione "monster" dello staff dei lanciatori californiani ha ridotto l'attacco di Detroit ad appena 2 valide. In gara 3 è stata la difesa dei Giants ad impedire ai Tigers di segnare.

25 ottobre 2012

World Series: Panda-show, ai Giants gara 1

Era il grande assente nella World Series 2010. Con i suoi chili di troppo, un rendimento al di sotto delle aspettative ed un contratto sempre più a rischio.
E' stato il grande protagonista di Gara 1 della World Series 2012, con i suoi 3 fuoricampo, le sue 4 valide con altrettanti RBI, più che sufficienti per abbattere in poche riprese Justin Verlander e consegnare su un piatto d'argento a Barry Zito la sua prima vittoria in una gara di World Series.
Il Panda ha colpito duro, 3 home-run nelle prime 3 apparizioni al piatto. Babe Ruth, Reggie Jackson e Albert Pujols hanno adesso un nuovo compagno nel loro record di fuoricampo in una singola partita di World Series. 
L'onda lunga dell'entusiasmo creata dalla vittoria in gara 7 contro i Cardinals ha trascinato i Giants alla vittoria in una gara praticamente senza storia. In vantaggio fin dal primo inning, San Francisco ha concesso le briciole ai Tigers. Barry Zito prima, Tim Lincecum poi (un vero e proprio asso nella manica nel nuovo ruolo di rilievo) hanno silenziato Cabrera e compagni, e solo sul 6-0 la squadra di Leyland ha trovato la via di casa base per il primo punto della notte.
Notte fonda per Justin Verlander, a cui evidentemente il troppo riposo dopo il cappotto nella ALCS non ha portato giovamento. E che soffre dannatamente la mazza di Sandoval. Il 12 luglio scorso, nell'All-Star Game di Kansas City, un triplo a basi piene di Pablo Sandoval aveva di fatto consegnato il vantaggio del fattore campo alla National League, e portato Verlander alla sconfitta in quella esibizione. Ieri la storia si è ripetuta, ma questa volta la posta in palio è molto più alta. San Francisco coltiva sogni di gloria per gara 2, una nuova affermazione metterebbe subito con le spalle al muro i Tigers, che devono recuperare in fretta il ritmo playoff evidentemente smarrito.

Ecco i 3 fuoricampo di Pablo Sandoval. Chapeau, Panda!


24 ottobre 2012

World Series: io dico Tigers (in 6)


Mancano meno di 8 ore al primo lancio della World Series numero 108 della storia. L'AT&T Park di San Francisco tra poche ore inizierà a popolarsi di tifosi, pronti ad urlare per tutta la notte per trascinare al successo i propri beniamini. In campo, per la prima volta contro in una World Series, ci saranno San Francisco Giants e Detroit Tigers, due squadre che negli ultimi 5 anni si sono incrociate soltanto 6 volte. Per i Giants sarà la diciannovesima partecipazione al Fall Classic, la seconda in 3 anni dopo il trionfo del 2010. Undicesima apparizione invece per i Tigers, che ritornano alle World Series per la prima volta dal 2006 (sconfitti 4-1 dai Cardinals) e cercano un titolo che manca dal 1984.

14 ottobre 2012

ALCS: oltre il danno, la beffa

Gara 1 della ALCS è in archivio. I Tigers hanno vinto, meritatamente, dopo 12 inning per 6-4. Hanno vinto nonostante il crollo nel nono inning del closer Valverde, il secondo per "papa grande" in questi playoff. Brutto segnale per Detroit. Hanno vinto soprattutto perchè gli Yankees in questa postseason non stanno giocando da Yankees.

La squadra di Girardi ha giocato in maniera pessima soprattutto in attacco ieri. Nei primi due inning, Doug Fister, partente dei Tigers, ha concesso di tutto ai battitori di New York. Tre basi ball nel primo, tre battute valide nel secondo. In entrambi i casi, gli Yankees non sono riusciti con le basi piene a segnare punti sul tabellone. Anche se in questo caso il merito è soprattutto dell'interbase Peralta, che ha fermato con due grandi giocate altrettante possibili valide. Anche nel sesto inning New York ha riempito le basi. Addirittura si è trovata con corridori in seconda e terza e 0 out. Sotto 2-0 nel punteggio, era l'occasione giusta per far male. Invece di cercare la valida o l'out produttivo, spingendo a casa i punti, i battitori di casa hanno cercato il fuoricampo risolutivo, quello che poteva riaprire e chiudere allo stesso tempo la partita. Risultato: 3 strikeout e di nuovo 0 punti.

13 ottobre 2012

Mai darli per eliminati

World Series 2011, gara 6. I Cardinals arrivano al nono attacco sotto di due punti contro i Rangers, che sono quindi a 3 out dal loro primo titolo mondiale. I Cardinals si trovano addirittura ad uno strike dall'eliminazione, con Freese in battuta, 2 out e 2 strike sul conto. Freese però batte un triplo e pareggia la partita. Nel decimo inning il copione si ripete con Berkman che spinge a casa di nuovo i due punti del pareggio con 2 strike e 2 out. Alla fine i Cardinals vincono gara 6, e la notte successiva conquistano l'undicesimo titolo mondiale.
NLDS 2012, gara 5. Al terzo inning i Nationals vincono 6-0. I Cardinals sono abbattuti, fuori dalla partita, annichiliti dallo strapotere della squadra con il miglior record della National League. Ad aggiungere ancora maggiori difficoltà per St. Louis, nessuno ha mai recuperato più di 4 punti nella partita decisiva di una serie nella storia della MLB. E' finita. Anzi no, perchè i Cardinals rosicchiano punto su punto, e arrivano al nono inning sotto di due punti. Stessa storia. E la storia si ripete: dopo il doppio di Beltran che apre l'inning, arrivano due out veloci. Il pubblico di Washington si alza, è pronto ad esplodere in una festa che durerà tutta la notte. Al piatto c'è Yadier Molina. 2 out, 3 ball, 2 strike. Di nuovo ad un out dall'eliminazione. Quarto ball, Molina va in base e in battuta arriva l'eroe del 2011 David Freese. Anche lui si trova con due strike sul conto, e anche lui riesce ad ottenere una base ball.
E' il momento decisivo, Daniel Descalso colpisce il primo lancio di Storen: la palla rimbalza davanti ad Espinosa e finisce sull'esterno. E' il singolo che pareggia la partita. Subito dopo, ci pensa Pete Kozma, interbase rookie dei Cardinals, a conquistarsi un posto nella storia di questa postseason con il singolo a destra che spinge a casa altri due punti. Sono i punti della vittoria, che valgono per i Cardinals un biglietto per San Francisco, domenica c'è gara 1 delle NLCS.
Questo il video dell'incredibile nono inning dei Cardinals:



St. Louis ci sta abituando a queste rimonte spettacolari. Ma non è una novità per la franchigia del Missouri. Se andiamo a spulciare i dati, vediamo infatti come i Cardinals non perdano una gara "win or go home" nei playoff addirittura dal 2001. In quel caso si piegarono ai Diamondbacks futuri campioni del mondo. Da lì in poi, 6 vittorie di fila nelle gare decisive (NLCS 2004 contro Houston, NLCS 2006 contro i Mets, NLDS 2011 contro i Phillies, World Series 2011 contro i Rangers, la recente Wild Card contro i Braves, e appunto ieri). Se ci aggiungiamo anche gara 6 delle World Series 2011, che di fatto per St.Louis era una gara decisiva, vediamo come non si possa mai festeggiare prima del tempo quando si incontrano i Cardinals. E come non convenga trascinarseli fino all'ultima partita della serie!

10 ottobre 2012

Division Series: feste rinviate

Primi match point annullati nelle Division Series 2012. Uno nelle ALDS e uno nelle NLDS, con Detroit e Cincinnati costrette ad allungare la serie da due prestazioni eccezionali di Oakland e San Francisco.

Dopo aver perso entrambe le partite del Comerica Park, gli Oakland A's ritrovano lo smalto tra le mura amiche del Coliseum e guidati da un sensazionale Anderson sul monte (2 valide concesse in 6 inning) riaprono la serie con la vittoria per 2-0. I Tigers mettono insieme appena 4 valide in tutto l'incontro ma non possono recriminare, vista la superiorità e il controllo mostrato dagli A's. Qui il riassunto video dell'incontro, con le due perle difensive firmate Crisp e Cespedes in evidenza.

Spumante che torna in frigo anche per i Cincinnati Reds, che sprecano il primo match point casalingo dopo il doppio successo in casa dei San Francisco Giants. Una scofitta che brucia per Cincinnati, che concede soltanto 3 valide ai Giants in 10 inning, ma commette due errori decisivi nella parte alta del decimo (una palla persa dal ricevitore ed un errore di Rolen) che permettono a Buster Posey di segnare il punto del definitivo 2-1. Nessun dramma ancora in casa Reds, con 2 match point da giocarsi ancora nello stadio di casa. Anche per questa partita vi consiglio il riassunto video.

Visto che nessuna delle due serie si è chiusa ieri, questa sera si giocheranno ben 4 partite: si inizia alle 19 ora italiana con gara 3 di Nationals-Cardinals, seguita alle 22 da gara 4 di Reds-Giants. In nottata, spazio alle ALDS: aprono alle 1.30 gli Yankees nella prima sfida casalinga agli Orioles, mentre alle 3.30 è il turno di gara 4 tra A's e Tigers.


9 ottobre 2012

Ichi-move!

Primo inning di gara due della ALDS tra Baltimore Orioles e New York Yankees. Con Ichiro in prima, Robinson Cano batte un doppio lungo la linea di foul a destra. Vista la velocità del giapponese, Ichiro viene mandato a casa base. La difesa di Baltimore però gioca la palla molto velocemente, e la pallina arriva nel guanto di Wieters quando Ichiro è ancora a 5 metri dal piatto. Non può che essere out, a meno che...




Il catcher degli Orioles rimane sorpreso dal tentativo di evitare la toccata di Ichiro, che comunque oltrepassa il piatto di casa base. Ne nasce una sorta di balletto, con Wieters ad allungare il guantone, e Ichiro che si contorce per evitarlo. Alla fine vince il giapponese!

7 ottobre 2012

Le lacrime di Neshek

Mercoledì 3 ottobre, Pat Neshek, rilievo degli A's, festeggiava la vittoria nella AL West andando a trovare la moglie, che stava per mettere al mondo il suo primogenito, Gehrig John. Giovedì, nemmeno 23 ore dopo essere nato, Gherig John ha smesso di respirare ed è morto. Senza alcuna spiegazione apparente.
Il mondo di Neshek è crollato due giorni fa, ma il pitcher di Oakland ha capito di non poter passare il tempo stando chiuso in casa a cercare spiegazioni che non avrebbe mai trovato, alimentando solo il dolore. L'unico modo per scacciare i fantasmi era giocare a baseball.
Così, ha raggiunto la squadra a Detroit e si è preparato per queste ALDS. Ieri, in gara 1, il manager degli A's Bob Melvin ha deciso di mandarlo sul monte nel settimo inning. E Neshek ha svolto il suo lavoro alla grande, prima di lasciarsi andare in dogout e lasciare un po' di spazio alle emozioni.


5 ottobre 2012

NL Wild Card: è ancora una volta Braves - Cardinals

Nel 2011 fu una sfida a distanza: St. Louis in trasferta sul campo di Houston, Atlanta in casa contro i Phillies. Nell'ultima serie della stagione regolare si consumò il dramma sportivo dei Braves. Avanti di 9 partite nella corsa alla wild card all'inizio di settembre, i Braves si videro recuperare dalla corsa senza soste dei Cardinals, che riuscirono nell'aggancio alla penultima partita, per poi sfruttare il successo dei Phillies e conquistare la Wild Card alla centosessantaduesima gara di regular season.
Anche nel 2012, Atlanta e St. Louis si giocano il quarto posto nelle NLDS. Quest'anno però, lo faranno in una sfida secca, senza possibilità di appello. Chi vince trova Washington, chi perde torna subito a casa. Si gioca ad Atlanta, in virtù del miglior record stagionale dei Braves, ma in una partita come questa lo stadio conta nulla.
In una sfida da vincere ad ogni costo come questa, anche la scaramanzia può avere il suo ruolo. Forse è per questo che Atlanta ha deciso di affidare la palla del partente al 26enne Kris Medlen, una sorta di amuleto per le sorti dei Braves. Medlen ha fatto la sua prima partenza quest'anno il 31 luglio, ma da allora ha saputo solo vincere (9-0 il suo record). Ancora più scaramanzia, i Braves hanno vinto le ultime 23 gare in cui Medlen ha giocato come partente (una striscia che risale addirittura al maggio 2010). 

AL Wild Card: la conferma o la sorpresa?

Alle 20.37 (le 2.37 italiane) di questa sera le luci del Rangers Ballpark di Arlington si accenderanno per decretare chi, tra Texas Rangers e Baltimore Orioles, sfiderà gli Yankees nelle ALDS in programma a partire da domenica. Per la prima volta, la wild card viene assegnata in una partita secca. Una sorta di gara 7 dei playoff già al primo giorno.
I Texas Rangers, campioni in carica dell'American League, hanno il vantaggio del fattore campo grazie alle 5 vittorie su 7 incontri contro gli Orioles nel 2012 (le due squadre hanno infatti chiuso la stagione con identico record). E in questi 7 incontri hanno segnato 56 punti, subendone 24. Freddi numeri che parlano di una supremazia netta dei Rangers. Numeri che però non raccontano delle difficoltà dei campioni nelle ultime settimane. Texas ha infatti perso 9 delle ultime 13 partite di campionato, buttando via un titolo divisionale praticamente già conquistato con il cappotto subito dagli Oakland A's.

4 ottobre 2012

MLB: la prima volta di Teddy

Per gli americani, si sa, lo sport non è solo grande agonismo, ma anche divertimento, spettacolo, intrattenimento per il pubblico che si presenta allo stadio. Gli sport professionistici americani sono pieni di elementi che da noi, dove l'agonismo la fa da padrone, non potrebbero mai avere lo stesso successo: cheerleader, giochi per il pubblico sugli spalti, interazioni con il pubblico (ad esempio la celebre "kiss cam"), le mascotte.
Ecco, le mascotte sono forse uno degli elementi più caratteristici del baseball MLB. Alcune sono diventate icone della squadra che rappresentano: Wally, il "green monster" di Boston, oppure Bernie Brewer, costretto a lanciarsi in uno scivolo a spirale dopo ogni fuoricampo dei ragazzi di Milwaukee.
A Washington, capitale e dimora dei presidenti USA, non potevano che scegliere proprio loro, i presidenti, come simboli della squadra. E quale modo migliore di intrattenere il pubblico, se non prendere 4 grandi presidenti del passato (Jefferson, Lincoln, Washington e Roosevelt) e farli gareggiare a perdifiato lungo la warning track?
Questo siparietto si ripete in ogni partita casalinga dei Nationals fin dal 2006, sempre a metà del quarto inning. Da allora ad oggi, si sono disputate 526 gare tra Presidenti. Nelle prime 525, Teddy Roosevelt non aveva mai vinto. Ieri sera però, per l'ultima partita casalinga dei Nationals, e per festeggiare anche l'approdo ai playoff, le cose sono andate così:



Roosevelt ha già provveduto a mandare un cesto di frutta al Philly Phanatic, per il "sostegno" ricevuto durante la gara!

Re Miguel I

Miguel Cabrera ce l'ha fatta. Per la prima volta dal 1967 (Carl Yastrzemski) un giocatore di MLB vince la tripla corona. Cosa significa? presto detto. Significa che Miguel Cabrera, al termine della stagione regolare (che si è chiusa ieri), si è trovato in testa alle 3 più importanti statistiche offensive: media battuta, fuoricampo e RBI.
Il terza base dei Tigers ha mantenuto un rendimento eccezionale per tutta la stagione, chiudendo con una media totale di .330 (ovvero una battuta valida ogni 3 turni!), 44 fuoricampo e 139 RBI. Quella di Cabrera è soltanto la dodicesima tripla corona ottenuta da un giocatore di MLB. Giusto per capire la difficoltà dell'obiettivo. Nell'American League non accadeva (come detto) dal 67. Nella National addirittura nessuno vince la tripla corona dal 37!

1 ottobre 2012

Palla fantasma!

La domanda del giorno è: si può battere un fuoricampo senza usare la mazza? E facendo pure a meno della pallina?
Ebbene, la risposta è sì. Se non ci credete, chiedete a Michael Morse, che nella partita di ieri tra St. Louis e Washington ha provato la nuova esperienza della palla fantasma!
Inizialmente, la sua battuta a basi piene era stata considerata come un singolo. Gli arbitri pensavano che avesse colpito la parte superiore della recinzione. Dopo aver visionato il replay però, hanno cambiato la decisione assegnando a Morse un Grand Slam. Peccato che nella confusione dell'attesa, non ci si ricordasse più chi aveva toccato quale base. E allora, tutti ai posti...si va in scena!




La cosa decisamente più bella in tutto questo è l'atteggiamento dei tele/radiocronisti, che propongono la cronaca in diretta del fuoricampo fantasma di Morse. Chapeau!!!

30 settembre 2012

MLB: 4 partite, nessuna certezza

Siamo arrivati davvero alla fine. Tra 4 giorni (mercoledì 3 ottobre) si chiuderà la stagione regolare di MLB. E inizieranno i playoff. Per sapere chi si sfiderà nel baseball di Ottobre però, c'è ancora da aspettare. E probabilmente bisognerà aspettare fino all'ultima partita. 
Perchè, mentre nella National rimane da aggiudicare l'ultimo posto per la wild card, con i Cardinals comunque favoriti sui Dodgers, nella American League non c'è ancora nessuna squadra matematicamente qualificata per i playoff. 
Ieri poteva essere il giorno dei Rangers, ai quali basta ormai una vittoria soltanto per accedere alla postseason, ma la pioggia ha costretto al rinvio della sfida contro gli Angels. Proprio gli Angels vedono la loro stagione appesa ad un filo. Se dovessero perdere entrambe le partite in casa dei Rangers questa notte, saranno infatti fuori dai giochi, permettendo agli A's di avvicinarsi ancora di più al ritorno nei playoff.
Possono festeggiare l'approdo ai playoff questa notte anche New York Yankees e Baltimore Orioles. In caso di vittoria infatti, entrambe le squadre (ora appaiate in vetta alla AL East) sarebbero certe di raggiungere almeno la wild card. Poi si aprirebbe il mini-sprint su 3 partite per la vittoria della division.
Rimarrà invece ancora in bilico per un paio di giorni il trono della AL Central, con i Tigers in vantaggio di due partite sui Chicago White Sox, ma con la pressione addosso di non poter sbagliare. Da questa division infatti non si qualificheranno squadre per il round della wild card, in programma venerdì prossimo.

Queste le partite di oggi da tenere sotto osservazione:
Texas Rangers - Los Angeles Angels (2 partite)
Toronto Blue Jays - New York Yankees
Baltimore Orioles - Boston Red Sox
Minnesota Twins - Detroit Tigers
Chicago White Sox - Tampa Bay Rays
St. Louis Cardinals - Washington Nationals
Oakland A's - Seattle Mariners
Los Angeles Dodgers - Colorado Rockies

29 settembre 2012

MLB: e sono 7! (a meno 5)

Aggiornate i pallottolieri, se ancora avete spazio per aggiungere a questi numeri straordinari. Perchè il 2012 è davvero l'anno dei lanciatori in MLB.
A 5 giorni dalla fine della regular season, che chiuderà mercoledì, c'è ancora spazio per una prestazione "monster" degli uomini del monte. Questa notte è toccato ad Homer Bailey, 26enne lanciatore dei Cincinnati Reds, entrare nella storia, lanciando la quindicesima no-hitter della storia dei Reds (la prima dal perfect game di Browning nell'88) contro i Pittsburgh Pirates. 1-0 il punteggio finale, e una ulteriore spinte per Cincinnati in vista dell'ormai prossima postseason.

Tutti gli out di Bailey:

23 settembre 2012

Goduri-A!!!!

Permettetemi un post da tifoso vero. Appassionato. E spesso anche poco obiettivo quando parla della propria squadra.
Perchè ieri ho vissuto un'emozione incredibile (e spero non irripetibile) grazie ai ragazzi della Serie B del Padule Baseball. La squadra per cui ho giocato (con risultati decisamente scarsi) e per cui alleno. In poche parole, la squadra per cui tifo e tiferò per sempre.
Ieri sera il Padule ha centrato la promozione in serie A federale. L'ultima volta era successo nel 2004 (quando ancora c'era l'A2). Per cui si può dire che per la prima volta nella sua storia il Padule giocherà in una categoria che assegna lo scudetto. Una cosa davvero incredibile per quella che è una piccola realtà del baseball italiano.
Sulle tribune ad assistere a gara 4 dei playoff contro la Sager Europa c'erano più di 200 persone (altro record credo storico per la società), e il tifo che si è prolungato per tutta la giornata è stato incredibilmente intenso e sentito. Un tifo che fa venire i brividi solo a pensarci, se lo paragoniamo alle pochissime persone che di solito gremiscono gli spalti degli stadi di baseball.
Per farvi vivere i momenti più emozionanti, quelli del trionfo, c'è questo video girato ieri allo stadio di Sesto Fiorentino. Godetevi gli ultimi lanci di una stagione superba!




GRANDE PADULE!!! GRAZIE RAGAZZI!!!!

20 settembre 2012

MLB: è il momento di parlare di magia

E' un termine molto utilizzato negli sport americani, in special modo nelle fasi finali di stagione. E' un termine al contrario sconosciuto o quasi ai non appassionati di baseball&co.
Sto parlando del "numero magico" (magic number, appunto, in inglese), ovvero di quel numero che, una volta raggiunto lo zero, garantisce la partecipazione alla postseason a una squadra piuttosto che a un'altra.
In Italia siamo soliti parlare di "matematica certezza" riguardo al raggiungimento di un obbiettivo in campo sportivo. Il magic number è esattamente l'esaltazione matematica del concetto. Quando una squadra non può più essere raggiunta dalle sue inseguitrici, il magic number diventa 0, e possono iniziare i preparativi per i playoff.

19 settembre 2012

MLB: ritorna il World Baseball Classic!

Riparte oggi, a 3 anni e mezzo dalla finale tra Giappone e Corea, il World Baseball Classic. Ritorna e per la prima volta non è un torneo solo ad inviti. Per allargare il bacino delle possibili partecipanti infatti, sono stati predisposti 4 gironi di qualificazione che porteranno alla fase finale del torneo 4 squadre, le quali andranno ad aggiungersi alle 12 già invitate in base ai risultati ottenuti nell'edizione del 2009 (Australia, Cina, Cuba, Repubblica Dominicana, Italia, Giappone, Corea, Messico, Olanda, Portorico, Stati Uniti e Venezuela).

17 settembre 2012

"Ma te batti o lanci?"

Perchè nel baseball non si finisce mai di stupirci. Ieri l'Italia ha conquistato il suo decimo titolo europeo, confermando il successo del 2010, battendo in finale (asfaltando vista la superiorità mostrata) i campioni del Mondo dell'Olanda.
Volevo celebrare questa vittoria con un video, per questo su youtube ho cercato "europei baseball 2012". Ed è saltato fuori questo.




Matteo D'Angelo, pitcher azzurro, in pedana nel corso della partita di secondo turno contro l'Olanda (abbiamo vinto anche quella, per la cronaca).
Il tocco di genio lo trovate nella descrizione del video: "Europei di Baseball in Olanda (Harlem)
Matteo D'Angelo batte per la nazionale nella partita con l'Olanda."
Tralasciando il fatto che la partita si è giocata a Rotterdam e non ad Haarlem (con 2 a), il fatto che secondo il proprietario del video Matteo D'Angelo batta invece di lanciare (come suggerisce anche il fatto che lui è un lanciatore) dimostra quanto ancora questo sport sia sconosciuto in Italia.
Merito anche dell'eccezionale copertura mediatica dell'evento in questione. Dopo la sconfitta per 4-0 nella finale degli Europei di calcio, si sono sprecate pagine e pagine di quotidiani per esaltare la nostra formazione, seconda solo ai campioni del Mondo. Oggi, che in un altro sport i campioni del mondo li abbiamo battuti, se si trovava un pezzo più lungo di 20 righe c'era da festeggiare. E lasciamo perdere le TV. Non stupiamoci allora se la gente ancora ci chiede "scusa, ma te batti o lanci?"

Aggiornamento: giustamente mi si fa notare come ci fossero articoli più lunghi di 20 righe. Ovviamente c'erano sui 3 quotidiani sportivi (e almeno quello direi...) e forse da altre parti (nel caso segnalatemi i pezzi), ma le 20 righe sono una metafora della copertura misera (rispetto alla portata della vittoria) data al successo degli azzurri a confronto con la sconfitta nel calcio.

15 settembre 2012

MLB: il principe "gola secca"

Cleveland Indians - Detroit Tigers di ieri, venerdì 15 settembre. Parte bassa del quarto inning. Un out e basi vuote. Succede questo.



Prince Fielder, all'ottavo anno di militanza in MLB, ha perso il conto degli out (succede più spesso di quanto non si creda) ed è corso in panchina dopo la seconda eliminazione. Ritrovatosi solo davanti al dogout (tutti i compagni erano ancora ai propri posti, giustamente) ha messo in moto questa "scenetta", chiedendo ad un preparatore atletico un bicchiere d'acqua e provando poi a convincere tutti che quello era proprio il suo scopo uscendo dal terreno di gioco. Bel tentativo Prince!

13 settembre 2012

Playoff push: le carte continuano a mischiarsi

Non bastava una AL East con 3 squadre (Yankees, Orioles e Rays) racchiuse in 2 partite. Non bastava il recupero di Detroit sui Chicago White Sox nella AL Central (divison dalla quale molto probabilmente non arriveranno Wild Card). Perchè altrimenti la Major League sarebbe una IBL qualunque (con tutto il rispetto per il massimo campionato italiano).
E allora si arriva a meno di un mese dalla fine della stagione regolare, prevista il 3 ottobre, con una situazione intricata che ogni giorno cambia faccia. A questo punto, ogni pronostico sarebbe inutile e verrebbe probabilmente smentito dai fatti. Limitiamoci allora a fotografare la situazione per provare a rendere più chiaro cosa dovranno fare le squadre per raggiungere la postseason.

5 settembre 2012

MLB: arriva settembre, e Liddi torna a Seattle

Ancora una chance per Alex Liddi tra i grandi del baseball a stelle e strisce. Dopo aver iniziato la stagione regolare tra i 25 del roster dei Mariners, ed essere poi rimandato a fare esperienza in AAA in quel di Tacoma, il nostro portacolori oltreoceano potrà riassaporare l'atmosfera della Major League in questo ultimo stralcio di stagione regolare.
Alex aveva esordito proprio in questo modo lo scorso anno, promosso in MLB dopo una stagione esaltante con la maglia dei Rainiers. Nel 2012, complice uno spring training sopra le righe, il manager Eric Wedge aveva deciso di farlo rimanere a Seattle e di valutare il suo contributo alla squadra. Contributo che non è stato evidentemente all'altezza delle aspettative, visto che dopo 31 partite giocate in apertura di stagione, Alex Liddi ha compiuto il viaggio di ritorno verso Tacoma.

4 settembre 2012

MLB: uno sprint lunghissimo

Qui non si tratta di sfruttare il treno della tua squadra, alzarti sui pedali ai 250 metri e provare a resistere fino in fondo. Qui si tratta di una lotta senza esclusione di colpi, che è iniziata 5 mesi fa, ed è tutt'ora indecifrabile. Si tratta di affrontare un mese di incredibili pressioni sul campo e fuori. Con i tuoi tifosi che si aspettano sempre una vittoria. I giornalisti che ti aspettano per chiederti come affronterai la partita successiva 4 secondi dopo che hai concluso l'incontro di quel giorno. Si tratta di una lotta per entrare nella postseason MLB che può regalare davvero sorprese.

3 settembre 2012

Spotlight on: Stephen Strasburg

"Penso che altre due partite siano sufficienti. A meno che non lo lasci lanciare per 10 inning alla prossima, ma non lo farò. Quindi credo che la sua ultima gara sarà il 12 di Settembre". Con queste parole Davey Johnson, manager dei Washington Nationals primi nella NL East, ha ufficializzato che la stagione di Stephen Strasburg si chiuderà tra meno di 10 giorni. L'asso dei Nationals non lancerà nemmeno durante postseason, che sembra davvero alla portata (per la prima volta in otto anni di storia) della franchigia della capitale.
Una decisione discutibile e che certamente farà discutere, ma sulla quale nessuno della dirigenza dei Nationals si sente di fare un passo indietro: "Abbiamo definito i parametri all'inizio della stagione" ha aggiunto il General Manager Mike Rizzo "abbiamo la nostra filosofia, e pensiamo che quel numero di inning (tra i 160 e 180) sia quello giusto per chiudere la stagione".

20 agosto 2012

MLB: quando si dice "un'infanzia perfetta"

Una bella storia, una di quelle su cui gli americani potrebbero costruirci un film. E non è detto che tra qualche anno qualche regista non ci pensi.
Parliamo di baseball, parliamo di un tifoso particolare. Il suo nome è Bode Dockal. Bode non è un tifoso di quelli che non si è mai perso una partita della sua squadra, non detiene il record di partite consecutive viste, o quello del maggior numero di stadi visitati. A dire il vero, Bode ha visto in vita sua soltanto due partite, e probabilmente nemmeno si ricorderà di questi due incontri. Sì, perchè Bode ha 13 mesi, e la prima partita l'ha vista quando ne aveva soltanto 9.
E allora perchè, direte voi, la sua storia è così singolare? Cosa può avere di così importante un bambino di poco più di un anno che ha assistito a due partite? Ce ne sono tanti come lui.
No, perchè Bode sicuramente ancora non se ne rende conto, ma per due volte consecutive, ha assistito a una pagina di storia del baseball. La sua prima partita, il 21 aprile scorso, l'ha vista dalla prima fila di posti dietro la panchina di prima base del Safeco Field di Seattle. La panchina dei Mariners. Quel giorno, Philip Humber (lanciatore dei White Sox di Chicago) ha lanciato la 21° partita perfetta della storia della MLB. Un evento straordinario, che ha coronato la giornata "perfetta" (è proprio il caso di dirlo) di Bode Dockal e di suo padre Paul.

8 agosto 2012

Londra 2012: campioni uscenti (per merito nostro)

E così, in nemmeno 4 ore, l'Italia sportiva ha compiuto due imprese degne di essere sottolineate.
Ha aperto la giornata di gloria azzurra la nazionale di pallavolo di Mauro Berruto, un ct che fin dall'inizio dell'Olimpiade ripeteva come un disco rotto "Non importa cosa succede nel girone. Dobbiamo arrivare al meglio per giocare le partite della vita nei quarti, semifinale e finale". Ebbene, dopo un girone eliminatorio di più bassi che alti (aperto e chiuso con due sconfitte pesantissime), gli azzurri hanno cambiato decisamente marcia, asfaltando (28-26; 25-20; 25-20) i campioni Olimpici di Pechino degli Stati Uniti. Così, dopo il successo nel beach, anche nel volley indoor l'Italia si dimostra ostacolo insormontabile per i campioni in carica.

Altro quarto di finale, altro successo azzurro, altra squadra campione che torna a casa. In serata è stata la volta della pallanuoto, dei campioni mondiali del settebello, che hanno superato al termine di una partita pressochè perfetta i campioni Olimpici dell'Ungheria. E non era una cosa scontata, visto che l'Ungheria alle Olimpiadi non perdeva una partita dal 2000. La striscia vincente era iniziata ai giochi di Sydney, proprio nei quarti, proprio contro l'Italia. 12 anni dopo, il cerchio si è chiuso. In semifinale ci va l'Italia, vera e propria "ammazza-campioni" di questi Giochi.

In foto: la gioia della nazionale di pallavolo e la grinta di Maurizio Felugo (news.daylife.com)

7 agosto 2012

Londra 2012: siamo sempre in campagna elettorale...

Prendo spunto da un articolo apparso su repubblica.it (leggi qui) per fare una breve riflessione sul "caso Schwazer" e sul comportamento tenuto dal CONI.

Personalmente penso che sia facile fare polemica ora, dopo il fattaccio, ma credo che il coni si sia comportato esattamente come doveva, anche se il giornalista di Repubblica è abile a mascherare la realtà. Perchè è impossibile che un Comitato Olimpico Nazionale possa controllare tutti i propri tesserati, perchè non puoi stare addosso ad un atleta 24 ore su 24 per evitare che faccia ca...volate. Il CONI non ha perso di vista Schwazer, sapevano benissimo dove si trovava ad allenarsi (e con lui comunque a seguirlo c'era Michele Didoni, tecnico federale), con il passaporto biologico gli atleti sono obbligati a comunicare ogni spostamento (non è che la WADA l'ha trovato coi radar della NASA). E poi, se la WADA è la World Anti Doping Agency, che li deve fare i controlli antidoping se non loro? Soprattutto alla vigilia di un evento internazionale. Tutti i dopati scoperti prima di questi Giochi li ha scoperti la WADA, non i comitati olimpici.
Per quanto riguarda le due ore per l'esclusione, è davvero un record mondiale, se consideriamo che tutti i comitati olimpici difendono almeno fino alle controanalisi i loro atleti, per non parlare poi dell'estremo rappresentato dalla Spagna, che ha addirittura assolto atleti come Contador o altri coinvolti nella Operacion Puerto. Vorrei ricordare che Contador è stato squalificato (per 6 mesi) soltanto grazie all'impegno del tribunale anti-doping italiano. E quindi del CONI.Il vero colpevole di questa vicenda è Schwazer, è lui quello da criticare per il gesto che ha fatto. Invece qui arriviamo all'assurdo di dire "l'ha fatto perchè il CONI lo ha perso di vista". Ma evidentemente è tempo di campagna elettorale anche nel CONI. A brevissimo ci saranno le elezioni, e fa comodo buttare un po' di fango sulla gestione uscente...

31 luglio 2012

Londra 2012: le delusioni azzurre nel giorno di Phelps

Sapevamo che sarebbe arrivato, un giorno senza medaglie olimpiche. Lo sapevamo, tuttavia fa male pensare che non abbiamo vinto nessuna medaglia quando in campo avevamo i 200 stile libero della Pellegrini, il fioretto maschile nella scherma, e lo skeet nel tiro a volo. Tre discipline che potevano, dovevano portare all'Italia almeno una/due medaglie, e probabilmente sarebbe stato comunque poco.
E invece, la Pellegrini si conferma fuori forma e chiude quinta anche i 200. A poco servono le accuse di Magnini ai tecnici federali sugli errori di preparazione. Gli errori sono stati fatti a monte, e mi sembra assurdo che atleti del calibro di Magnini, Pellegrini, Scozzoli non si siano resi conto del vicolo cieco imboccato dai preparatori della nazionale.
Delusione anche dalle pedane del fioretto: l'Italia schierava 3 atleti che nei ranking mondiali occupavano la prima, la seconda e la settima posizione. Alla fine il settimo (Baldini) è quello che più vicino è finito al podio, chiudendo quarto, sconfitto e sfortunato nella finalina contro il coreano choi.
Niente da dire sullo skeet: Enrico Lodde ha finito quinto (ancora...) in una finale in cui non è mai riuscito ad avvicinarsi al podio. Poco da imputare per il tiratore azzurro, che comunque dopo le qualificazioni ci faceva ben sperare.

I fallimenti azzurri fanno da cornice a quello che, ormai da Atene 2004, è il vero protagonista dei Giochi: il nuotatore più forte di tutti i tempi, Michael Phelps. L'ex kid di Baltimore ha vinto prima l'argento nei "suoi" 200 delfino, sbagliando clamorosamente l'arrivo e lasciando strada a Chad Le Clos, che vince come Phelps aveva fatto 4 anni fa a Pechino, e successivamente l'oro grazie alla staffetta 4x200 stile libero, dominata dal dream team USA fin dal primo metro. Con queste due medaglie, Phelps supera nel libro dei record la ginnasta sovietica Larysa Latynina. Lo statunitense con le sue 19 medaglie olimpiche (di cui 15 ori, record assoluto) diventa l'atleta con il maggior numero di medaglie alle Olimpiadi. Complimenti ad un campione che ha riscritto praticamente tutti i record della storia olimpica.

Nella foto: il podio dei 200 stile libero, Camille Muffat (argento), Allison Schmitt (oro) e Bronte Barratt (bronzo) (foto: Getty)

29 luglio 2012

Londra 2012: medaglie sudate e bambine viziate

Chiariamo un concetto prima di iniziare: sono Italiano, fiero di esserlo, e fiero di tifare per gli atleti italiani di tutti gli sport.
Stasera però, sono contento della sconfitta della Pellegrini. Sono contento perchè forse con questa batosta i giornalisti sportivi la smetteranno di equiparare la Pellegrini al nuoto. Oggi, per tutto il giorno, su Rai 2 è stato un susseguirsi di countdown per le gare del nuoto. Pardon, per le gare di Federica Pellegrini. Poco importava che Fabio Scozzoli fosse in finale dei 100 rana con il secondo tempo (ha finito settimo, ha sbagliato gara, peccato). I riflettori erano tutti per "la regina del nuoto italiano, la campionessa da leggenda" solo per citare alcune frasi ad effetto. Nemmeno la batteria piena di fatica ci ha aperto gli occhi. Il settimo tempo di qualificazione per loro era semplicemente "controllo della situazione". Poi è arrivata la finale, e la Pellegrini è sparita. Come nel 2008.
Questo per quanto riguarda i giornalisti. Poi c'è la Fede nazionale. Che oramai sta assumendo più i contorni di una bambina viziata che batte i piedi dopo che la bambina più grande le ha rubato il giocattolo. Negli ultimi 3 anni, dopo la morte di Castagnetti, la Pellegrini ha pensato più a fare la diva che l'atleta, cambiando allenatore ogni 6 mesi e permettendosi anche il lusso nel corso di un campionato europeo (Budapest 2010) di andare dai giornalisti a parlare male del proprio allenatore durante la manifestazione. Il livello più basso a cui un atleta che si reputa serio possa scendere. Federica è scesa a quel livello, e oggi si sono visti i primi risultati. Risultati che portano la Pellegrini verso la "minaccia" del ritiro, stando alle parole delle interviste al termine della gara. Mi dispiace Federica, ma una vera campionessa non molla dopo una sconfitta (vedi la Vezzali di ieri).

Per fortuna a Londra c'è anche chi per il tricolore suda e lotta fino alla fine: sto parlando di Diego Occhiuzzi, argento nella sciabola, e di Rosalba Forciniti, giovanissima ragazza che vince il bronzo nel Judo (52 Kg) alla sua prima olimpiade, portando per la prima volta la Calabria su un podio olimpico. Complimenti a loro, così come vanno fatti i complimenti ad Ilaria Bianchi, quinta a sorpresa nei 100 farfalla, e alle ragazze del beach volley che hanno vinto la prima partita del loro torneo. L'italia sale quindi a 7 medaglie totali, ancora al terzo posto del medagliere. Finchè dura, è giusto godersela!

(Nella foto: una sorridente Rosalba Forciniti con la medaglia di bronzo)

28 luglio 2012

Londra 2012: il vero dream team

Altro che Phelps. Fatevi da parte LeBron e Kobe, il vero dream team è italiano. Nella prima giornata dei Giochi Olimpici di Londra, tre straordinarie atlete hanno compiuto un'impresa mai riuscita all'Italia nella storia Olimpica.
Elisa Di Francisca (30 anni da Jesi), Arianna Errigo (24 anni da Monza) e Valentina Vezzali (c'è bisogno davvero di ripetere chi è?) hanno monopolizzato il podio del fioretto femminile. Inutile nascondersi, speravamo tutti che finisse così, con 3 atlete azzurre sul podio, 3 bandiere tricolori a sventolare, e tutti gli altri fuori a leccarsi le ferite.
Avevamo già sfiorato l'impresa a Pechino (oro alla Vezzali e bronzo alla Granbassi), ad Atene (oro Vezzali, argento Trillini), a Sydney (oro Vezzali, bronzo Trillini) e ad Atlanta (argento Vezzali, bronzo Trillini), ma all'appello era sempre mancata una delle tre atlete presenti. Oggi no, oggi tutto è stato perfetto.
Forse non tutto, se andiamo a chiedere a Valentina Vezzali, che dopo aver portato la bandiera puntava al quarto oro consecutivo, sconfitta in semifinale dalla Errigo (12-15), ma anche l'alfiera azzurra si è resa subito conto dell'importanza della tripletta, rilanciando la sfida per Rio 2016 (quando avrà 42 anni) e per la più vicina prova a squadre in programma la prossima settimana.
Complimenti ad Elisa Di Francisca, campionessa all'esordio olimpico, che conferma la bontà della scuola di scherma jesina, che da Barcellona 92 non scende dal podio Olimpico, e ad Arianna Errigo, che ha disputato un torneo eccezionale, crollando alla fine nel minuto supplementare della finale. Le lacrime sul podio confermano la sua rabbia per la sconfitta, e ci fanno ben sperare in vista delle prossime Olimpiadi brasiliane.
Intanto l'Italia chiude la prima giornata di gare con 5 medaglie (2 ori, 2 argenti e un bronzo), al secondo posto del medagliere dietro alla Cina e davanti agli Stati Uniti. Se il buongiorno si vede dal mattino...intanto domani in gara Pellegrini, Cagnotto e Cainero. Tante altre possibilità di medaglia per l'Italia.

Londra 2012: pallottole d'argento

Arriva dopo nemmeno 7 ore di gare la prima medaglia per l'Italia ai Giochi di Londra. Luca Tesconi, trentenne di  Pietrasanta (Lucca) ha aperto il medagliere azzurro con uno splendido argento nella finale della pistola aria compressa da 10 metri. Il toscano aveva chiuso la fase di qualificazione al quinto posto, con 4 punti di ritardo dal  coreano Jin Jongoh, per poi risalire la classifica grazie al miglior punteggio di finale (101.8). Ottimo avvio quindi per la spedizione azzurra, in attesa delle semifinali del fioretto femminile, con tutte e 3 le italiane (Vezzali, Errigo e Di Francisca) qualificate tra le prime 4. Al termine della giornata ci saranno quindi almeno altre due medaglie per l'Italia!

(nella foto: Luca Tesconi durante la finale olimpica)

27 giugno 2012

Che fretta c'era...

...non parliamo della maledetta primavera di sanremese memoria, ma della fretta di Mike DiMuro, arbitro della MLB, che ieri sera, nella sfida tra Yankees e Indians, ha commesso questo errore



Un errore dettato non dall'inesperienza o dall'incapacità, ma dalla fretta. Sarebbe infatti bastato guardarsi intorno per vedere il tifoso orgoglioso che sollevava la pallina, o meglio ancora, sarebbe bastato un semplice controllo del guanto di Wise, visto che la palla lì dentro non c'era...
Mike DiMuro si sarebbe evitato una figuraccia a livello nazionale, e Hannahan un'espulsione ingiusta!

14 giugno 2012

2012, il nuovo "year of the pitchers"?

Il 2010 è stato definito, al termine della stagione, l'anno dei lanciatori. Un dominio degli uomini sul monte che non si vedeva da anni. Almeno dal 1991, quando in una sola stagione vennero lanciate 7 no-hitter, condite dalle perle del perfect game di Dennis Martinez per i Montreal Expos e dalla settima no-hitter in carriera di Nolan Ryan.
Nel 2010, vennero lanciate 5 no-hitter nella stagione regolare ed una in postseason. Il protagonista assoluto fu Roy Halladay, che con la maglia dei Phillies raggiunse la perfezione a Maggio, in casa dei Marlins, prima di lanciare la seconda no-hitter nella storia della postseason contro i Reds (tra l'altro, all'esordio in carriera nei play-off).
Nella stagione successiva, il 2011, sono state lanciate "solo" 3 no-hitter. Un numero da stagione normale. Giusto così, non si poteva pensare a due stagioni consecutive dominate dai titoli sui lanciatori. E allora sono tornati sugli altari i battitori, con Carlos Gonzalez vicino alla tripla corona e Josè Bautista che schiantava la 97° pallina fuori dal campo nel giro di due anni.
Il 2012 sembra un ritorno al passato, un ritorno al 2010 più precisamente. Nel giro di nemmeno 2 mesi e mezzo (la stagione è iniziata il 4 aprile) sono già state lanciate 5 no-hitter. Ha aperto le danze Philip Humber, con il suo perfect game del 21 aprile in casa dei Mariners, seguito da Jered Weaver (no-hit per gli Angels contro i Twins), Johan Santana (ne abbiamo parlato qui), dai Mariners (una combined no-hitter, con 6 lanciatori ad alternarsi sul monte, come non si vedeva dal 2003) e infine Matt Cain, perfetto ieri notte per i Giants contro gli Astros. Se il buongiorno si vede dal mattino, quest'anno si rischia di sforare le 10 no-hitter solo in stagione regolare. Il titolo di anno dei lanciatori è in pericolo, il 2010 sta tremando!

Per vedere tutte le 27 eliminazioni del perfect game di ieri notte, cliccate qui

5 giugno 2012

Serie C, terza vittoria per il Padule

MASSA    2 0 3 2 2 0 0     9
PADULE  1 0 7 0 9 4 /     21

Terza vittoria su sei partite di campionato per la squadra di Serie C del Padule Sesto Fiorentino, che bissa il successo ottenuto all'andata sul campo del Massa, riscattando così la prestazione opaca fornita 7 giorni prima contro il Livorno.
Inizio a rilento per il Padule, che paga nei primi inning una scarsa concentrazione soprattutto difensiva: qualche errore di troppo, sommato ad alcuni buoni contatti delle mazze ospiti, porta il Massa in vantaggio per 5-1 a metà del terzo inning. Da quel momento però, la partita cambia completamente copione: nel terzo turno d'attacco, il Padule inizia finalmente a giocare come sa, sfruttando a dovere lo scarso controllo dei lanciatori avversari. Gli attaccanti della squadra sestese mostrano una grande pazienza nel box, senza cercare a tutti i costi la battuta valida, e i risultati si vedono: il Padule ottiene infatti 7 basi ball nell'inning, che si aggiungono alle due valide di Maio e Vannini favorendo il primo allungo locale sul risultato di 8-5.
La gioia però dura poco, perchè gli ospiti, sospinti dalle valide in serie di Menchetti e Grossi, si rifanno sotto nel quarto inning (7-8), prima di tornare nuovamente in vantaggio nella quinta ripresa (9-8). E' l'ultimo segno di vita delle mazze massesi, che nelle ultime due riprese non riusciranno più a toccare il partente Vannini, al terzo complete game stagionale.
Il sorpasso definitivo del Padule avviene nella parte bassa del quinto, quando la formazione sestese segna 9 punti grazie soprattutto a 8 battute valide (la maggioranza delle 14 totali messe a segno dai rossoblu). Il largo vantaggio di 8 punti lancia il Padule e i giocatori rossoblu continuano la pressione in attacco anche nel sesto inning, aumentando il vantaggio e trovando così la vittoria prima del limite.
Al di là dell'ottima prova sul monte di Vannini (che nelle tre vittorie del Padule ha sempre lanciato per tutta la partita), sono da sottolineare le prestazioni nel box di battuta dell'esterno sinistro Salsi (3 valide) e del seconda base Ammannati (una valida e 4 basi ball in 5 presenze alla battuta), in una partita che ha visto comunque un buon livello di gioco, soprattutto offensivo, da parte di tutti i giocatori locali che sono scesi in campo.
Adesso per il Padule arriva una doppia trasferta in casa delle due squadre che stanno dominando il Girone I della Serie C Federale: si parte sabato 9 giugno in casa della Fiorentina seconda in classifica, mentre domenica 17 i sestesi sono attesi sul diamante di Livorno dalla capolista (ancora imbattuta) Blue Angels. Sono queste le sfide decisive per capire quale finale di stagione ci si può aspettare dalla compagine rossoblu.

3 giugno 2012

Crudeltà "superiore"

Immaginatevi la scena: ultimo inning della partita, due out. Siete sul monte di lancio. Tutti i battitori avversari che si sono presentati nel box sono tornati in panchina con uno strikeout. Siete ad un passo dal perfect game più dominante che esista, fatto solo di K. Vedete uscire dalla panchina l'allenatore che viene verso di voi. "Vorrà tranquillizzarmi prima dell'ultimo out. Non mi sostituisce certo ora. Non può sostituirmi" sarebbero probabilmente i vostri pensieri. E invece lo fa. Vi sostituisce ad un passo dalla perfezione per far spazio ad un giocatore più esperto. Impossibile? No, perchè è successo in una scuola superiore americana, la Western Christian School (in California).
Era l'ultima partita della stagione per le High School (stiamo parlando di qualche giorno fa) e Ryan Olson, lanciatore partente della Western Christian, stava vivendo il suo momento di gloria: con due out nella parte alta del settimo inning (le partite di HIgh School durano appunto sette inning), si trovava ad un passo dal perfect game, con 20 K già messi a segno. Ogni battitore era stato eliminato al piatto.
Ma, oltre ad essere l'ultima partita di stagione regolare, per la Western Christian era anche il giorno dei Senior, giocatori all'ultimo anno che avevano quindi l'ultima opportunità di giocare per la scuola. Olson non è un senior, e il manager della squadra Monse Estrada ha pensato bene di toglierlo per concedere l'onore dell'ultimo out appunto ad un lanciatore all'ultimo anno.
Una scelta criticabile e criticata: che senso ha infatti togliere ad un giovane lanciatore l'opportunità di chiudere un perfect game, solo per far fare un'apparizione ad un lanciatore più esperto? Olson comunque non ne ha fatto un dramma (almeno pubblicamente), si è preso la sua vittoria, i suoi 20 strikeout e se n'è andato a casa felice e contento, consapevole che il prossimo anno il senior sarà lui, e se dovesse trovarsi nuovamente in questa situazione, nessuno gli ruberà la scena!

(in foto: il foglio di scorer della partita. fonte: offthebench.nbcsports.com)

2 giugno 2012

La prima...e l'ultima?

Ci sono voluti 49 anni e mezzo. 8.019 partite, prima che i New York Mets potessero festeggiare la prima no-hitter nella loro storia. Sembra strano a dirlo, ma una delle franchigie più antiche della Major League, nata nel 1962, non era ancora riuscita a festeggiare una partita in cui non vengono concesse battute valide alla squadra avversaria. Fino a ieri sera le squadre in questa condizione erano 2: i Mets e i Padres. Adesso all'appello manca solo San Diego.

Johan Santana, oltre ad aver interrotto il digiuno di no-hitter, ha anche annullato quella che stava ormai diventando una maledizione equivalente alla "maledizione di Babe Ruth" (incolpata degli 86 anni di fallimenti dei Boston Red Sox tra il 1918 e il 2004) o alla maledizione dei Cubs, che attendono ancora il loro primo titolo mondiale dal 1908. Ovvero la maledizione dei lanciatori dei Mets, incapaci di lanciare no-hitter e perfect games con la maglia di New York, salvo poi scatenarsi con altre uniformi.
Era successo a Nolan Ryan, che dopo aver lasciato i Mets ha lanciato ben 7 no-hitter (record della MLB), a Tom Seaver (no-hit durante il primo anno lontano dai Mets), Mike Scott (con gli Astros), Dwight Gooden e David Cone (entrambi con la maglia degli Yankees), Hideo Nomo (con i Dodgers prima di arrivare ai Mets, con i Red Sox dopo averli lasciati).
L'ultimo della lista si era aggiunto lo scorso 21 Aprile: si tratta di Philip Humber, che ha lanciato la ventunesima partita perfetta della storia della Major League con la maglia dei White Sox. Anche lui è un ex-Mets!

C'è da dire però che gli americani riescono a dare un senso positivo a tutto. E in questo articolo (clicca qui), sotto all'elenco dei lanciatori che hanno lanciato no-hitter lontano dai Mets, troviamo scritto in bella grafia "per cui, se sei un lanciatore e vuoi lanciare una no-hitter, gioca per i Mets e poi vai via". Semplice no? E poi la frecciatina della serie "c'è sempre qualcuno che sta peggio"...l'articolo si conclude infatti con la frase "almeno non è una sete di World Series iniziata nel 2008.

Altro esempio del "viviamola sportivamente" made in USA, è il sito http://nonohitters.com/ creato da tifosi dei Mets per tenere il conto delle partite senza no-hit dei loro beniamini. Come si vede in alto, il conto si è fermato a 8.019, mentre sulla destra viene tenuto il conto delle partite con una sola valida concessa (35), delle no-hit subite (6) e della più lunga striscia di partite senza no-hitter, che appartiene ai Phillies. Almeno quello è un record che la maledizione dei Mets non ha potuto scalfire!

24 maggio 2012

L'ennesima "prima" di Alex Liddi!

Da quasi un mese non trovavo il tempo per tornare ad aggiornale il blog, e devo dire che sono felice di poter tornare a farlo in una occasione come questa. Una di quelle occasioni da non perdere, per parlare ancora una volta di un fenomeno italiano troppo poco conosciuto. Parlo ovviamente di Alex Liddi, che si sta costruendo una carriera nel baseball professionistico americano, ma che in Italia (fuori dall'ambiente del baseball) è ancora un semi-sconosciuto.
Ieri sera Alex ha vissuto (e molti l'hanno potuto vedere in diretta, visto l'orario favorevole della partita) l'ennesima "prima volta" della sua giovane carriera. Il 23enne di Sanremo ha infatti colpito, nella parte bassa del quinto inning della partita contro i Rangers, il suo primo Grand Slam in carriera. Tanto per chiarire la portata storica di questo evento, Alex è il secondo giocatore nato in Italia a mettere a segno un fuoricampo da 4 punti (Reno Bertoia lo ha fatto nel 1958).
Il Grand Slam è una delle giocate più difficili da ottenere nel baseball, se pensiamo che Lou Gehrig, leggendario giocatore degli Yankees, comanda la classifica all-time con 23 Slams, mentre un bombardiere come Miguel Cabrera (9 anni completi in MLB, 285 fuoricampo) ha all'attivo soltanto due Slam.

Sul sito mlb.com trovate il video dell'ennesima impresa di Alex (cliccate qui)

In foto: Alex "ricoperto" di schiuma da barba durante l'intervista nel post partita
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