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14 novembre 2012

Offseason: A Miami si riapre il cantiere

Non è passato nemmeno un anno dai Winter Meetings di Dallas. Chi segue questo blog fin dai suoi primi passi ricorda che praticamente ogni giorno, durante lo scorso inverno, ero qui a parlare del grande lavoro di ricostruzione dei "nuovi" Miami Marlins. Pronti a mettere sulle scrivanie dei vari agenti borse piene di dollari per accaparrarsi i migliori nomi presenti sul mercato. Tanto per farvi un'idea, potere leggere qui.
Una squadra vincente però non si costruisce solo con i nomi. E gli esigenti dirigenti dei Marlins lo hanno imparato sulla propria pelle nel 2012. Con la loro franchigia ultima nella NL East con 69 vinte e 93 perse. Un vero e proprio disastro per una franchigia che puntava senza mezzi termini alle World Series.
Il colpevole principale è stato subito individuato nel manager Ozzie Guillen, licenziato lo scorso 23 ottobre e sostituito da Mike Redmond, ex giocatore proprio dei Marlins. La scottatura subita quest'anno ha però consigliato la franchigia di Miami di abbassare il proprio monte ingaggi, salito vertiginosamente e sproporzionato alle reali possibilità della squadra.
E allora, in aggiunta alla partenza di Hanley Ramirez ad agosto, e a quella di Heath del 20 ottobre, ecco che arriva in queste ore la notizia di una trade "monster" tra i Marlins e i Blue Jays, con questi ultimi che andrebbero ad aggiudicarsi tre pezzi da 90 della squadra di Miami: Josh Johnson, Mark Buehrle e Josè Reyes.
Non è finita qui, perchè in Canada volerebbero anche Emilio Bonifacio, John Buck e qualche milione di dollari, giusto per star tranquilli di non vederli più in giro per un po'! Dall'altra parte i Toronto Blue Jays, per concludere uno scambio che li porterà di diritto tra le pretendenti ad un posto nei playoff, lasceranno partire per la Florida alcuni dei loro migliori talenti (tra cui tre giovani giocatori di Minor League) oltre ai più esperti Yunel Escobar e Jeff Mathis.
Uno scambio incredibile che sembra accontentare tutti: Miami abbasserà il monte ingaggi di circa 160 milioni di dollari, ricostruendo una squadra più giovane e su cui lavorare a medio-lungo termine, mentre i Blue Jays, a fronte di un aumento degli stipendi spaventoso, avranno l'opportunità di tornare a lottare per le posizioni di vertice della AL East. Un'aria di alta classifica che dall'ultima vittoria (era il 1993) troppe poche volte si è respirata nella città canadese.

Questo un piccolo prospetto della trade che sta facendo parlare gli Stati Uniti

1 commento:

  1. Tutto sommato sarei contento che Toronto tornasse tra le grandi... Oh, Canada...

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