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12 dicembre 2011

Essere il miglior giocatore non sempre è "positivo"

Ryan Braun, MVP della National League del 2011, è risultato positivo ad un test antidoping. Detta così sembra ancora più grave di quello che è. In realtà nelle ultime ore la situazione della positività di Braun sta assumendo contorni sempre più intricati. Proviamo a fare un po' di ordine.
Ryan Braun, esterno e colonna portante dei Milwaukee Brewers vincitori della NL Central in questa stagione, viene sorteggiato per un controllo antidoping durante i playoff. C'è da dire che ormai i controlli in MLB sono diventati molto frequenti, per cui tentare di imbrogliare risulterebbe assolutamente inutile. Ebbene, in questo test risulta che nelle urine di Braun c'è un livello di testosterone altissimo, tale da giustificare il risultato positivo del test. Il testosterone trovato, si scopre con le analisi, è esogeno. Per cui non prodotto dall'organismo di Braun. Per cui è doping.
Braun chiede immediatamente un secondo test (che risulta negativo) ma ormai la frittata è fatta. L'esterno di Milwaukee rischia 50 partite di sospensione, per la prima violazione del programma anti-doping della Major, ma non rinuncia a professare la propria innocenza e si appella immediatamente all'arbitrato per evitare la squalifica. La buona notizia (se c'è una buona notizia) è che la sostanza trovata è una sostanza proibita, ma non una PED, una droga che migliora le prestazioni.
Proprio l'appello di Braun ha fatto sì che la MLB non ufficializzasse la notizia del test positivo dell' MVP 2011 (perchè in America le notizie di una certa gravità si danno solo quando si è arrivati ad un punto fermo), mentre un portavoce di Braun si dice sicuro dell'assoluzione del giocatore "viste le circostanze inusuali che circondano il caso", circostanze che porteranno, secondo il portavoce "a dimostrare che non c'era alcuna volontà di violare il codice anti-doping".
Ovviamente mi auguro che Braun abbia ragione, che tutto si risolva in una bolla di sapone. Perchè, al di là della droga che aiuta le prestazioni o della sostanza proibita, sarebbe brutto vedere l'MVP sospeso per aver violato il regolamento anti-doping. Vedendo il lato positivo però, sarebbe anche la dimostrazione che il programma anti-doping della MLB funziona e che si può veramente sperare di lasciarsi alle spalle l'era degli steroidi.

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