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29 febbraio 2012

MLB -28: Oakland A's

L'altra faccia delle Japan Series. Dopo aver parlato ieri dei Seattle Mariners, andiamo oggi a vedere come si sono mossi in questa off-season gli Oakland Athletics, primi avversari dei Mariners nelle Japan Opening Series del 28-29 marzo.
Dando una rapida occhiata ai movimenti di mercato degli A's, si può pronosticare per loro una lotta serrata per evitare l'ultimo posto nell'American League West. Tante infatti le cessioni eccellenti, a cui non hanno fatto seguito però acquisti di pari livello.
Spulciando la lista delle "transactions" si va così a scoprire che lo staff di lanciatori di Oakland è quasi completamente cambiato, e dove lo scorso anno c'erano i pitcher all-star Cahill, Gonzalez e Bailey, quest'anno troviamo Bartolo Colon (buon 2011 ma nulla più agli Yankees) e Edgar Gonzalez (che in 9 anni di carriera ha lanciato massimo 102 inning in una stagione). Dolorose anche le partenze dei rilievi Moscoso, Breslow e Harden, mentre il parco esterni ha visto le partenze di DeJesus, Willingham e Sweeney (sostituiti da giocatori simili come Reddick e Jonny Gomes).
Importante il ritorno anche quest'anno di Coco Crisp all'esterno centro, utile anello di congiunzione tra la vecchia squadra e i nuovi A's, e il fatto che il diamante interno non sia praticamente cambiato (ad eccezione dell'arrivo dai Royals di Kila Ka'aihue). Una modifica dovrà però arrivare anche in questo caso, perchè è notizia di ieri che Scott Sizemore, terza base, sarà fuori per tutta la stagione per un problema ai legamenti del ginocchio.
Ultima nota di presentazione per un grande nome, che a mio avviso sarà più utile al marketing degli A's che alla squadra in campo. Manny Ramirez (in foto), che aveva annunciato il ritiro lo scorso anno dopo una positività al doping, ha deciso di tornare (senza nessuna squalifica?) a giocare con gli A's. Difficile vederlo in campo sull'esterno, più probabile il suo impiego come DH. In ogni caso, un acquisto secondo me non fondamentale per la ricostruzione della squadra.

28 febbraio 2012

MLB -29: Seattle Mariners

Manca un mese esatto all'inizio della Regular Season di MLB (il 28 Marzo con la sfida tra A's e Mariners in Giappone) e noi iniziamo quindi il nostro countdown con la presentazione dei Seattle Mariners.
La formazione di Seattle conferma di voler puntare sui giovani, in una division (la AL West) in cui i dollari di Rangers ed Angels sembrano chiudere la prospettiva di playoff almeno a breve termine.
Giusto quindi cercare di pescare tra i prospetti i migliori innesti per il futuro, sperando che questa pazienza ripaghi dirigenza e tifosi dei Mariners.
Questa filosofia di costruzione e attesa non ha impedito ai Mariners di mettere a segno in questa off-season alcuni importanti colpi di mercato, come l'acquisto del Catcher John Jaso dai Rays, o l'arrivo della coppia Noesi (lanciatore) - Montero (ricevitore) dagli Yankees. Importanti infine gli inserimenti in squadra del lanciatore giapponese Iwakuma e del seconda base free-agent Carlos Guillen (che ritorna a Seattle dopo l'esperienza del 1998-2003).
Ultimo, ma ovviamente primo per noi, Alex Liddi: le prospettive del terza base di San Remo, che sembrava praticamente certo di rimanere in squadra a novembre, sono purtroppo cambiate, e Alex avrà bisogno di un grande Spring Training per conquistarsi un posto nei 25 "eletti". Il motivo è semplice: a Seattle sembrano spuntare talenti solo in terza base, l'ultimo della lista è Vinnie Catricala, nuovo favorito del manager Eric Wedge, e il mega stipendio di Figgins costringe i Mariners ad offrire una nuova opportunità al giocatore reduce da un'annata pessima. Si è parlato anche di uno spostamento in prima base di Liddi, ma Justin Smoak e Mike Carp sembrano chiudere ogni possibile sbocco per l'Italiano.
Una speranza però si rinnova vedendo i lineup per l'amichevole interna che i Mariners giocheranno tra pochi minuti: Figgins infatti viene schierato interbase in quella che è la formazione titolare, mentre Alex compare in terza base (sesto in battuta) tra le riserve. Questa la foto (fonte: marinersblog.mlblogs.com):

21 febbraio 2012

Rauuuuuuuuuul!

L'urlo di battaglia, che è riportato nel titolo di questo post, non risuonerà più sugli spalti del Citizens Bank Park di Philadelphia. Raul Ibanez, free agent dopo il termine del suo contratto con i Phillies, ha infatti firmato un contratto annuale con i New York Yankees, per 1,1 milioni di dollari. 
Probabilmente (personalmente ne sono convinto) un buonissimo affare per gli Yankees, che domenica si sono liberati del pesante ingaggio di Burnett, cedendolo ai Pirates, e con questo colpo si ritrovano in casa il DH che mancava, e un'ottima (nonostante l'età) riserva per gli esterni.
Ibanez arriva a New York a 39 anni, per quella che potrebbe essere anche la sua ultima stagione in MLB, dopo 16 anni di onorato servizio, conditi da una media battuta in carriera di .280 e da 252 home-run.
L'ex esterno sinistro dei Phillies arriva da una stagione comunque positiva, in cui ha battuto .245 di media, con 20 HR e 84 RBI. Numeri interessanti che potrebbero migliorare ulteriormente se Ibanez riuscirà a sfruttare a dovere lo Yankee Stadium, da sempre una manna per i battitori. Con la maglia di NY, il 39enne giocherà principalmente come DH, ma potrà essere schierato anche come esterno in caso di infortunio o di problemi ad uno dei 3 titolari (Gardner, Granderson, Swisher).
Il mercato degli Yankees non si ferma, con il GM Cashman che sta cercando di rifirmare Eric Chavez, 34 anni, come backup per la terza base. La scorsa stagione, sempre con gli Yankees, Chavez ha battuto .263 con 26 RBI in 58 partite.
Intanto Mariano Rivera, recordman di salvezze in carriera con 603, ha fatto intendere che il 2012 sarà il suo ultimo anno nel baseball. "Ho già preso la mia decisione, e la annuncerò durante la stagione" ha detto Rivera "E' una decisione irrevocabile, che non cambierò in nessun caso, anche se dovessi salvare 90 partite, anche se mi volessero pagare quanto più possono." Insomma, non è ufficiale, ma anche il terzo componente della "Core Four" si avvicina al passo d'addio.

14 febbraio 2012

Roma non avrà i 5 cerchi. E non capisco perchè

Non sono un matematico, un professore della Bocconi, nè tantomeno un Presidente del Consiglio. Ma non capisco davvero cosa abbia spinto il premier Monti a non dare l'appoggio alla candidatura di Roma per le Olimpiadi del 2020.
Da appassionato di sport non posso accettare che mi venga propinata come motivazione "non potevamo esporci così tanto economicamente in un momento come questo". Il progetto di Roma Olimpica era chiaro, ed era stato spiegato ampiamente in una conferenza stampa qualche settimana fa. Roma aveva un grande vantaggio sulle altre candidate, in quanto gran parte degli impianti (il 70% se non ricordo male) era già pronto e necessitava solo di più o meno grandi ristrutturazioni. Questo avrebbe portato ad un risparmio notevole sui costi organizzativi rispetto a Madrid (ma non stavano peggio di noi in Spagna? Eppur si candidano, direbbe Galileo!), Doha, Istanbul e Tokio, ed il CIO sembra apprezzare negli ultimi anni le candidature "parsimoniose".
Inoltre le Olimpiadi a Roma avrebbero creato posti di lavoro. Siamo il paese in Europa con il più alto tasso di disoccupazione giovanile, la manifestazione a 5 cerchi avrebbe prodotto direttamente oltre 50.000 posti di lavoro, senza contare quelli indiretti. Sicuramente una bella spinta per una economia che ha bisogno di riprendersi.
Forse la motivazione del no sta nei costi troppo alti...ma non è possibile, infatti già nel piano presentato al governo si prevedeva un sostanziale pareggio tra costi e ricavi, senza considerare gli aumenti di volume turistico (che significano soldi) e l'effetto di oltre 17 miliardi di euro che le Olimpiadi avrebbero avuto sul PIL. Insomma, una scossa positiva per l'economia. Se poi aggiungiamo che a Londra da 7 anni stanno vendendo qualsiasi cosa (mancano credo solo i cerotti per il naso) con il logo di Londra 2012, si capisce come le Olimpiadi non fossero un problema quanto un'opportunità.
Ma il premier Monti ha preferito rimanere vittima della paura, non esporsi per paura di finire come Atene, che dopo i Giochi del 2004 ha iniziato la sua crisi (ma proprio perchè c'è già caduta Atene si poteva stare più attenti no?), dimostrando (parere personale) di credere che l'Italia non potrà mai uscire dal suo guscio di mediocrità. I Giochi Olimpici non si sarebbero disputati domani, ma nel 2020, quando la crisi (si spera) sarà abbondantemente finita. Non ha senso bloccare adesso un progetto così ambizioso e utile, pensando alla situazione economica attuale e non a quella futura. Anche i soldi necessari alle infrastrutture non sarebbero stati stanziati domani, ma nel 2014. E si spera che anche in quel caso la crisi sia già finita.
Insomma, una decisione senza senso che stronca ogni possibilità dello sport italiano, e dell'Italia in genere, di crescere e di mostrarsi al mondo come una nazione in grado di rinascere dalle proprie ceneri. Monti però non ha calcolato una cosa: parte dei soldi che avrebbe dovuto stanziare per Roma 2020, dovrà stanziarli comunque. Perchè nel 2025 ci sarà il Giubileo, e serviranno infrastrutture, aereoporti più moderni, nuove strade, alberghi, case, stazioni....oppure Monti dirà di no anche al Papa? E il Giubileo 2025 va a....Doha!!!!

Colpo A's: preso Cespedes

A pochi giorni dall'inizio dello Spring Training, gli Oakland A's mettono a segno uno dei colpi più attesi di questo mercato invernale, portando in California per 4 anni l'esterno cubano Yoenis Cespedes.
Il 26enne esterno centro cubano, che solo recentemente aveva ottenuto dall'ufficio immigrazione degli Stati Uniti l'autorizzazione a firmare contratti con squadre statunitensi, ha messo la sua firma su un accordo da 36 milioni in 4 anni, un'offerta che ha superato, stando ai report di mlb.com, anche quella dei Marlins, intenzionati a chiudere con Cespedes una campagna acquisti coi fiocchi.
Ma a 6 giorni dall'avvio dei training camp, il pezzo pregiato del mercato è andato ad Oakland, risvegliando dal torpore i tifosi che avevano dovuto subire nella prima parte di questo inverno le cessioni dei tre lanciatori all-star (Trevor Cahill, Gio Gonzalez e Andrew Bailey) presenti nel roster degli A's.
La mossa di Oakland rimescola ulteriormente le carte nella AL West, senza dubbio la division che più ha subito stravolgimenti dal mercato invernale, e aggiunge ulteriori motivi di interesse alla Opening Series che si giocherà in Giappone il 28 e 29 marzo prossimi tra Oakland A's e Seattle Mariners.

12 febbraio 2012

Nel nome di Greg

Bellissimo gesto dei Seattle Mariners, in particolare di Mike Carp, nel primo giorno di training camp a Peoria, Arizona, in vista della stagione 2012. L'esterno dei Mariners, arrivato in MLB lo scorso anno, ha infatti fatto trovare a tutti i propri compagni una maglietta per ricordare Greg Halman, giocatore olandese dei Mariners ucciso lo scorso novembre dal fratello.
Carp era un grande amico di Halman, amicizia nata e cresciuta nei lunghi anni di Minor Leagues vissuti insieme dai due, e la morte improvvisa dell'olandese ha colpito particolarmente l'esterno di Seattle, che ha voluto spiegare così il suo gesto: "E' solo per ricordare che la vita non va data per scontata. Va apprezzata, valorizzata. E' solo qualcosa che i ragazzi possono tenere nel loro armadietto tutto l'anno e che lo farà rimanere con noi".
Le magliette (in foto) sono arancioni, per ricordare il colore della maglia della nazionale olandese, e sul retro, sopra il numero 56 di Halman, una frase bellissima di Jackie Robinson: "A life is not important except in the impact it has on other lives" (tradotto: una vita non è importante se non nell'impatto che ha sulle vite degli altri).
Carp, che considera Halman il suo migliore amico, ha deciso però di ricordare il giovane olandese anche in un altro modo. Ha infatti chiesto alla madre di Halman una foto di un tatuaggio che Greg aveva su un braccio, e ha deciso di rifarsi lo stesso tatuaggio (una palla da baseball che circonda Europa e Nord America con la scritta "My World") sul braccio sinistro. "Lui sarà con me per il resto della mia vita" ha detto Carp.

11 febbraio 2012

Segnali di primavera...

Lo so, lo so. L'Italia è coperta di neve, il mercurio non passa lo 0 nei termometri in alcune zone da un paio di settimane, i pinguini stanno diventando la fauna locale della Romagna, e io sto qui a parlare di primavera...
Parlo di primavera perchè il baseball, quello vero, giocato sul campo, sta iniziando il risveglio dal lungo letargo invernale, e al termine di una offseason ricca di grandi colpi di mercato si torna a sudare sui campi della Florida e dell'Arizona per lo Spring Training 2012 (giustappunto, allenamenti di primavera!).
Il primo capitolo della stagione MLB si è aperto ieri, con l'arrivo a Peoria (Arizona) dei lanciatori e ricevitori dei Seattle Mariners, prima squadra ad aprire il training camp in questa stagione, con una settimana buona di anticipo su tutti gli altri. Settimana di anticipo voluta dal manager Eric Wedge per preparare al meglio la trasferta in Giappone che aprirà la stagione (28-29 marzo contro gli Oakland A's) e per valutare quali giocatori (dei 66 presenti al training camp) entreranno a far parte del roster dei 25 per la stagione 2012.
Nel freddo polare che ci circonda, iniziamo quindi a scaldare i nostri cuori di appassionati di baseball con queste prime avvisaglie di primavera, che arrivano oltretutto dalla squadra (permettetemi il patriottismo) del nostro Alex Liddi!

3 febbraio 2012

Uno storico fallimento

Se chiedessi ai lettori di questo blog (a proposito, siete davvero tanti, grazie mille!!) chi era e cosa ha fatto Jackie Robinson, probabilmente tutti o quasi saprebbero rispondere. Forse non tutti però non conoscono la figura di Curt Roberts. E devo ammettere che fino a poche ore fa non la conoscevo nemmeno io. Ma un provvidenziale articolo sul sito della MLB ha illuminato il mio cervello raccontandomi una storia che credo valga la pena di condividere, per tutti quelli che non conoscono questo personaggio.
Curt Roberts è stato il nono giocatore di colore ad esordire in MLB. Il primo, come tutti sapete, fu Jackie Robinson nel 1947. Curt Roberts fu il primo giocatore arrivato dalle Negro Leagues ad indossare la maglia dei Pittsburgh Pirates, il suo esordio risale al 13 aprile 1954. Il suo arrivo nella MLB fu favorito, e qui troviamo un punto di contatto con il grande Robinson, da Branch Rickey, general manager dei Pirates dal 1950, quando lasciò i Brooklin Dodgers dove Robinson aveva esordito nel 1947.
L'esordio di Roberts fu improvviso: arrivato dai Kansas City Monarchs, squadra di Negro League, Roberts aveva giocato una stagione nella Western League di singolo A (il livello più basso delle Minor Leagues), prima di ricevere la visita di Rickey che lo portò a Pittsburgh.
Ma, come dice l'articolo di Mlb.com, Roberts non è ricordato per il suo esordio spettacolare, o per i record battuti. Curt Roberts è entrato nella storia per aver fallito. La sua carriera in MLB è durata poco più di un anno (fu tagliato dopo due settimane nel 1955) con appena 171 partite giocate. Ma proprio qui sta la sua grandezza: in un mondo segregato come quello del baseball, in cui il pensiero dominante era che i giocatori afro-americani dovessero essere delle superstar per poter entrare in MLB, visto il gran numero di giocatori bianchi che affollavano le panchine delle squadre, Curt Roberts ha dimostrato come anche un modesto giocatore di baseball potesse raggiungere la vetta, e questo ha senz'altro favorito il processo di integrazione nel baseball.
Grazie al sito della MLB, e agli articoli che stanno dedicando al Black History Month, per queste storie sconosciute in Italia ma decisamente interessanti.

l'articolo completo (in inglese) su http://mlb.mlb.com/news/article.jsp?ymd=20120131&content_id=26527298&vkey=news_mlb&c_id=mlb
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